Come mi accorsi che la storia e la vita sono piene di donne eccezionali

Un’ironica scorribanda nel cervello di un misogino per affrancarlo dalle incrostazioni del maschilismo e del patriarcato…

Dopo millenni di ruoli ben distinti in cui gli uomini hanno tenuto sotto il tallone le donne, molti faticano ad adattarsi ai grandi cambiamenti maturati prevalentemente nell’ultimo secolo. Tante storie di singole o collettive ribellioni a partire dai tempi delle lotte per l’uguaglianza tra i sessi delle prime “suffragette”, fino alle proteste della fine degli anni ’60, arrivando ai giorni nostri con lo scandalo del #metoo, con le coraggiosissime lotte delle donne in Iran, in Afghanistan, in India, in Cina, in Africa, nel mediooriente… e l’orrenda scia di sangue dei femminicidi in Italia…

E allora uno spettacolo/lezione dove si riflette a ruota libera riguardo al rapporto dispari tra i due sessi. Una ironica lente di ingrandimento che  riprende i ragionamenti e gli atteggiamenti primitivi dell’uomo, i retaggi culturali delle religioni e società nel tempo e nello spazio.

E i ritratti di tante, tantissime donne: personaggi reali e mitologici, forti ed indipendenti che hanno faticato molto di più degli uomini per riuscire a lasciare traccia del loro cammino.

Ma in fondo al suo cuore il misogino ha sempre conosciuto e temuto la realtà: che le più importanti sono loro. Anche se non lo confesserà mai.

Uno spettacolo divertente e provocatore, reso più interessante dalle canzoni a tema di Gianmaria Testa, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori e Giorgio Conte. Un emozionante caleidoscopio di immagini e storie narrato da Franz Campi alla chitarra, dal pianoforte di Davide Falconi e dalle percussioni e cori (con programmazione di immagini e video) di Davide Belviso.

PS: Il termine misoginia (dal greco “miseo”, io odio e “gyne”, donna) indica l’odio o l’avversione nei confronti delle donne. Spesso è usato come sinonimo o rafforzativo di maschilismo

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